Luisa Di Biagio intervista Temple Grandin per Cascina Blu

Traduzione e mediazione di Patrizia Tocco

 

 

“Buonasera, sono Temple Grandin.”

In una splendida sera di giugno, nel cuore della campagna nel Parco del Ticino, mentre ero serena nella mia casa con i miei cani, sotto un cielo generoso di stelle come solo la lontananza dalle luci della città può regalare, ho ricevuto quella che posso definire la più emozionante telefonata di tutta la mia carriera.

Ho cercato, come molti, di contattare il Professor Grandin in tanti modi e a lungo. Raggiungerla, negli anni, è diventato sempre più difficile. La sua disponibilità la espone e, giustamente, intorno a lei, che è stata definita dal Forbes una delle 100 persone più influenti del pianeta e che è responsabile di una azienda che muove milioni di dollari ogni anno, si è strutturata una rete di tutela funzionale e difficile da superare. Oggi al quinto dottorato, professore di una delle università più importanti, autrice di innumerevoli pubblicazioni e studi e responsabile della rivoluzione zootecnica che ha favorito il miglioramento della qualità della vita di persone e animali in tutto il mondo, Temple Grandin è nata e cresciuta in una realtà che le ha permesso di esprimere il meglio del suo enorme potenziale. Chiunque conosca l’autismo conosce la sua storia, e il suo ruolo nella storia dell’autismo degli ultimi decenni. Ha parlato dopo i cinque anni, ha frequentato scuole  speciali, ha avuto l’enorme fortuna di incontrare un docente illuminato che ha intuito il valore del suo splendido cervello, un meraviglioso cervello autistico il cui QI è stato stimato di 137, decisamente superiore alla  media ma non solo, una competenza cognitiva diversa, che le permette di percepire la realtà in un altro modo.

Il suo approccio nei confronti dell’autismo è scientifico ma anche personale, la sua posizione è quella di mantenere il focus sulle risorse e sull’individuazione di strategie funzionali per compensare eventuali criticità, se presenti, senza resistenze, senza rifiuti, con grandissima accoglienza per la Persona umana nella sua unicità.

Poterle parlare direttamente è però per me stato di più di una soddisfazione professionale. In uno dei suoi libri più belli lei descrive la consapevolezza di poter essere utile attraverso il suo lavoro come la cosa più vicina all’amore che riuscisse ad immaginare. Io credo che poter “chiudere il cerchio” ringraziandola direttamente per il modo in cui il suo lavoro aveva cambiato la mia vita sia stato per me qualcosa di veramente simile a una forma di amore. Il suo lavoro ha restituito identità alla mia persona ormai più dieci anni fa, ha arricchito inestimabilmente la vita di mio figlio e mi ha permesso di aiutare moltissime altre persone, autistiche e neurotipche.

Quella che leggete di seguito è la traduzione della incredibile opportunità che abbiamo avuto, grazie a Cascina Blu, alla generosità di Persone meravigliose come Marco Elviri e Patrizia Tocco, che ha gestito impeccabilmente la telefonata e tutti gli accenti da Cowboy” per me incomprensibili, l’opportunità di poter parlare direttamente con il Professor Grandin mentre io ero sotto il mio cielo stellato, Marco impegnato in una delle sue mille attività eppure sempre incredibilmente disponibile, Patrizia in viaggio in Sicilia e Temple si spostava in auto nella vastità del Colorado.

La massima espressione del concetto di Lavoro in rete.

È’ stato bellissimo ed emozionante sentire che definiva “Perfetta” la “Vision” di Cascina Blu, una conferma autorevolissima che spinge tutti a lavorare ancora con maggiore entusiasmo. Spero possiate cogliere come facciamo noi il valore di ogni preziosa parola contenuta nella trasposizione delle sue risposte.

Buona lettura

Luisa Di Biagio

 

 

Luisa Di Biagio intervista Temple Grandin per Cascina Blu

Traduzione e mediazione di Patrizia Tocco

 

D: La Dott.ssa Luisa Di Biagio è una psicologa autistica, è attivista per i diritti delle persone autistiche e ha scoperto di essere autistica dieci anni fa, grazie al tuo lavoro. Si è riconosciuta nelle parole di “Pensare in immagini” e ha poi avuto conferma dalla diagnosi clinica. La sua vita personale, professionale, e la vita dei suoi figli e di tutte le persone che aiuta è cambiata grazie al tuo lavoro. Come ti fa sentire questo?

R: Sono molto felice di essere stata utile a Luisa e al suo percorso di vita. Devo dire che non mi sorprende che anche lei abbia avuto la diagnosi da adulta, sono in molti a non avere una diagnosi fino in tarda età. Spesso non c’è l’adeguata conoscenza della vastità dello spettro autistico.

D: Le donne autistiche sono tutte diverse ma hanno anche tutte degli aspetti in comune. Eppure la società non riesce ancora a riconoscere e rispettare l’autismo femminile. Cosa suggerisci  a riguardo? 

R: Le donne autistiche devono anche stare attente a eventuali abusi che talvolta si ritrovano persino all’interno del matrimonio. Sarebbe meglio evitare le relazioni se non si è in grado di salvaguardarsi in questo senso

D: Il tuo interesse si è evoluto nel tempo e oggi sei una delle persone più influenti del pianeta. Come si fa a rendere l’interesse dei bambini autistici la risorsa che potrà diventare la loro professione da adulti? E quali sono per te le maggiori risorse dell’autismo, del cervello autistico?

R: Le persone autistiche possono avere tre tipi di interessi e abilità che col tempo possono diventare la loro professione da adulti. Il primo settore è quello che io chiamo “Pensare per immagini” grazie al quale si sviluppano ottime capacità nel campo dell’arte, del design, della fotografia e della musica, ma anche per la meccanica e i componenti elettrici, dato che è facile “vedere” nella mente come gli oggetti sono strutturati all’interno; Il secondo settore è per matematica, algebra, geometria, fisica, argomenti che rendono adatti a professioni nel campo dell’ingegneria e della programmazione dei computer; Il terzo ambito è  per fatti e parole, per i dati, e questi soggetti si appassionano alla storia, al collezionismo e agli avvenimenti sportivi, nel tempo queste grandi capacità mnemoniche li rendono potenzialmente particolarmente adatti a diverse professioni . Ad esempio potrebbero essere ottime guide turistiche, in grado di fornire tutte le informazioni dettagliate di ogni monumento, o come addetti alle vendite auto perché saprebbero fornire ogni dettaglio interessanti. L’importante è capire quali siano questi interessi e svilupparli già da piccoli. Ci sono ad esempio libri di matematica per bambini molto piccoli che possono servire a capire se quella la loro attitudine. Quello che si osserverà già dalla tenera età può un grande potenziale in una di queste aree ma non necessariamente per le altre due.

D: Come individuare e favorire lo sviluppo delle risorse e del potenziale del cervello autistico anche nei ragazzi che hanno condizioni compromesse o limiti cognitivi?

R: Per individuare e favorire lo sviluppo del potenziale nell’autismo è necessario aggregare le persone per interessi condivisi. Stando vicino ad altri autistici ai quali piacciono le stesse cose, siano esse l’elettronica, la programmazione dei computer o magari andare a cavallo, potranno sviluppare competenza nelle relazioni sociali e a fare rete nel presente ma anche nel futuro. Partono dal vantaggio di essere interessati alle stesse cose. Coloro invece che hanno condizioni compromesse o limiti cognitivi è fondamentale che imparino a comunicare in qualsiasi forma. Spesso le famiglie perdono tempo a cercare di capire perché c’è un ritardo nel linguaggio, cercando una interpretazione e tralasciano l’ipotesi dell’autismo e senza questa prospettiva ogni intervento non è adeguato. Una diagnosi precoce e delle terapie adeguate per imparare a comunicare sono fondamentali soprattutto nell’età pre-scolare. Ad esempio piuttosto che lasciarli con dei giochi nelle mani si dovrebbe utilizzare il gioco, mediando, e quindi usare l’interesse attivato, per fornire modelli di comunicazione e interazione anche con gli altri che siano adeguati. Soprattutto per cose importanti come rispettare i turni. Il gioco è uno strumento potentissimo, i video-giochi ad esempio possono sviluppare alcuni tipi di capacità, ma è fondamentale prima imparare a parlare e socializzare con gli altri.

D: Come dovrebbe cambiare la scuola per andare incontro alle esigenze degli autistici?

R: Spesso gli insegnanti non hanno la preparazione o gli strumenti didattici giusti per le esigenze degli autistici. È necessario individuare e valorizzare le capacità con attività adeguate. Se si pensa ad esempio che Albert Einstein e Thomas Edison erano Asperger, non si può continuare a non valorizzare le risorse e gli aspetti positivi che l’autismo comporta.

D: La diagnosi di autismo è motivo di rifiuto del visto in molti paesi, come Canada, Australia, Nuova Zelanda. Cosa pensi di questo?

R: Non ero al corrente di questa cosa e la trovo abbastanza atroce.

D: Si parla moltissimo di autismo, ma poco si realizza nel concreto. Quali sono secondo te le esigenze principali sulle quali lavorare e per le quali organizzare cambiamenti?

R: L’esigenza principale è che l’autismo venga diagnosticato il più presto possibile. Specie nei bambini dai due ai quattro anni, se ad esempio abbiamo a che fare con bambini che non parlano è necessario pensare subito all’autismo e accertarsene per fare il possibile per insegnare loro a comunicare. Ogni attesa ed esitazione nell’insegnare loro a parlare, comunicare, crea un ulteriore ritardo dello sviluppo.

D: La relazione sana con gli animali non umani arricchisce tutti. Quali sono, secondo  te , i maggiori benefici per l’autismo? 

R: La relazione con gli animali è particolarmente adatta sia per bambini che per gli adulti autistici. Prendersi cura degli animali che si trovano in una fattoria e  in generale la vicinanza di un cane o di un cavallo li aiuta ad esprimersi con più facilità ed entrare più attivamente in contatto con gli altri. Grazie all’entusiasmo dell’interazione non verbale e sensoriale con l’animale, la  persona autistica si apre dal suo mondo entrando più facilmente in contatto con gli altri, familiari e i terapisti.

D: L‘associazione Cascina Blu è formata da genitori e professionisti che vogliono strutturare ambienti e percorsi funzionali per l’autismo. Quali sono i tuoi consigli?

 

R: “L’agricoltura sociale” è particolarmente adatta per gli autistici sia per lo sviluppo di capacità psichiche che motorie. Stare a contatto con la natura svolgendo attività concrete  insieme ad altre persone, offre un modello di autonomia e di inserimento sociale. È l’attività più adeguata, perfetta, ideale, c’è una immersione totale, olfattiva, visiva, uditiva. L’apprendimento pratico, la manualità, essere a contatto con la natura, vedere le piante crescere, gli animali cambiare, sono stimoli che favoriscono lo sviluppo su più piani.

 

 

 

Dicono di noi:

 

  • Elettra T. : Ho letto con molto interesse questa intervista perché conosco in buona parte il lavoro di Temple Grandin grazie alla “voce” della Dottoressa Di Biagio nel corso degli anni, quando ho ricevuto la diagnosi da adulta. È interessante perché tratta le problematiche e le possibili rivoluzioni che coinvolgono gli individui autistici ad alto e basso funzionamento, come ad esempio investire sul loro inserimento lavorativo. Mi ha confortato constatare che sono possibili le cosiddette “success stories”, ovvero che qualcuno è in grado di farcela, ma bisognerebbe avere il privilegio di essere circondate da persone illuminate.

 

  • Pina C. : Io penso che bisognerebbe Avere tante strutture e educatori per questi ragazzi speciali 😊 e persone intorno che fanno sentire come l’amore Può trasmettere loro serenità 😍

 

  • Simonetta Sosso Angsa: Fantastica! Divulgo immediatamente! Sei stata bravissima, questa intervista è veramente molto importante per fare capire a chi si occupa (o dice di farlo) di autismo a tutti i livelli come lavorare affinché si possano raccogliere dei risultati. Grazie!

 

  • Valentina Irmici: Ho letto l’intervista tutta di un fiato sentendo la grande emozione che Luisa avrà provato nell’intervistare una persona di cosi grande spessore! Ho iniziato a comprendere il mondo autistico ( da non autistica) attraverso il libro di Temple Grandin che nella sua semplicità descrittiva è riuscita a coinvolgermi emotivamente catapultandomi in una realtà molto delicata e di non facile comprensione.
    Tantissimi complimenti a Luisa per averci regalato questa splendida intervista che a mio parere risulta preziosissima per gli importanti consigli che la prof.ssa Grandin ha voluto condividere con i lettori.
    Grazie

 

  • Y.  : Ho letto l’intervista d’un fiato. Vi ho trovato ottimi spunti e riflessioni concrete, credo sia dovuto al fatto che ad esprimersi siano state due persone autistiche.
    Persone consapevoli, valide, lucide e competenti.
    L’autismo bisogna conoscerlo, non temerlo!

 

  • Arianna Boniardi: Che bellissima occasione che hai avuto!! Complimenti Luisa👏👏👏

 

  • Utente anonima: Ho appena finito di leggere l’intervista. Molti anni fa ho comprato il libro “La macchina degli abbracci” ma non l’ho letto, penso che adesso lo farò.

 

  • Francesca Porreca: Non conosco il libro “Pensare in immagini” ma già mi affascina il titolo. Curiosando nel lavoro della Dott.ssa Luisa Di Biagio, ho scoperto in età decisamente adulta di avere tante cose in comune con il mondo autistico a cominciare proprio dalla necessità di costruire immagini per poter comprendere e affrontare tutto quello che per me è nuovo… Anche la semplice lettura di un romanzo per me implica la necessità di costruire nella mia testa dei “quadri” in cui collocare situazioni e personaggi.
    Questa intervista dovrebbe mi fa rimpiangere di non aver conosciuto l’esistenza dello spettro autistico già dai tempi della scuola: avrei potuto affrontare diversamente le difficoltà di apprendimento incontrate, senza sentirmi continuamente dire “è intelligente, ma non si applica”!

 

  • Sarah Vasto: E’ un’articolo stupendo! Complimenti per le domande che le hai posto, non sono le solite domande scontate. E un’ intervista preziosa! Grazie per avermela inviata! Tu e Temple Grandin siete davvero due e menti👏🏼👏🏼👏🏼

 

  • Utente anonima: Bellissima intervista!Immagino la tua emozione….se penso a quante volte me l’hai nominata!………👍🏻👍🏻🤞🏻🤞🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻😘

 

  • Elda Vigliarolo: Bellissima intervista , c’è ancora bisogno di far conoscere l’ autismo . Io grazie a Luisa de Biagio che mi ha introdotta nell’ argomento in modo davvero esemplare e leggendo il suo libro “Donne in blu” ho intrapreso un percorso di conoscenza dell’ Autismo. Sono volontaria nell’ Associazione Angeli di Ninfa di Carmagnola e mi occupo di Arte con utenti autistici e sto imparando molto. Grazie mille per questa intervista.

 

  • Maria Zanzottera: Ho un figlio autistico ad alta funzionalità, a cui la diagnosi purtroppo è arrivata solo due anni fa, quando aveva vent’anni. Sia per lui che per noi il sollievo è stato immenso. Del resto lui si era già autodiagnosticato a quindici anni, dicendomi “mamma, voi non capite che il mio cervello funziona diversamente dal vostro” e provate ad immaginare qual è stata la mia risposta. Mi fa male leggere nell’intervista quanto sia importante ottenere una diagnosi precoce. Raul è stato adottato quando aveva sei anni, e da allora è stato seguito da assistenti sociali, psicologi e neurologi (ha avuto degli attacchi di epilessia, ed è tuttora in cura anche se fortunatamente non ha più avuto crisi da molti anni), nessuno dei quali ha saputo dare un nome alla sua “diversità”. Per questo è importante che le figure professionali che ruotano intorno ai nostri figli conoscano l’autismo e possano almeno essere sfiorate dal dubbio… Raul è una persona speciale, che riesce a “sintonizzarsi” con gli animali molto meglio che con noi e posso solo immaginare la sua fatica quotidiana nell’interpretare i nostri per lui strani processi mentali. Ma fortunatamente cerca il confronto e non demorde. A volte vorrei avere un google translator Autistici-Neurotipici… Spero che Raul riesca pian piano a trasformare la sua sensibilità in un’occupazione che gli dia dignità e gioia.

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